Gli ultimi discendenti Pola

Il conte Antonio V Pola ebbe dieci figlie femmine e due figli maschi, Paolo Luigi e Giovanni Battista VII, e naturalmente è la genealogia di questi ultimi che interessa ai fini dinastici dei discendenti Pola.

Paolo Luigi, conte

Paolo Luigi secondogenito di Antonio V, nasce a Treviso il 10 febbraio 1773.
Collaborò con il governo francese ed a più riprese ospitò nel suo palazzo in città le massime autorità napoleoniche.

Nel 1796 ospitò nel palazzo di famiglia di Treviso un ufficiale francese di scorta a un gruppo di soldati austriaci fatti prigionieri dall’armata transalpina a Legnago.

Nel 1797 su ordine francese, il Governo Centrale del Trevigiano compone una lista per formare una piccola compagnia di cavalleria: al primo posto c’è Paolo Luigi Pola. Sempre nel 1797 la madre, la contessa Maria Antonia della Torre Valsassina, assiste in carrozza, in compagnia di un generale napoleonico, all’innalzamento dell’Albero della Libertà in Treviso.

Nel 1806 viene nominato Cavaliere della Corona di Ferro e Ciambellano del regno napoleonico di Etruria dal viceré Eugenio Beauharnais.
Nello stesso anno fonda con «altri maggiorenti trevigiani la prima Loggia Massonica cittadina di rito scozzese».

Fu drammaturgo e poeta e tra i suoi lavori diversi libretti furono messi in musica da importanti compositori italiani come Saverio Mercadante, Giuseppe Persiani, Stefano Pavesi, Pietro Generali e Giovanni Pacini.

L’8 dicembre 1807, assieme alla moglie contessa Marina di Porcia, riceve nel suo palazzo l’imperatore Napoleone Bonaparte in visita a Treviso, proveniente dalla villa di Stra dove soggiornava.

Dopo la morte in carcere nel 1834 del fratello Giovanni Battista VIII, Paolo Luigi si ritira dalla vita pubblica, dedicandosi alla poesia e alla scrittura. Muore il 3 dicembre 1841 nel suo palazzo di Treviso ed è sepolto nel cimitero di Fanzolo, all’epoca parrocchia di appartenenza della curazia di Barcon, dov’era la villa di famiglia.

Della sua opera di letterato, nel 1807 Domenico Maria Federici scrive:

In età giovanile ancora il K Paolo Pola che per le sue tragiche comiche ed altre Poetiche composizioni si merita un posto fra Letterati e la famiglia di questo K onora altresì la Patria col Domestico Museo Numismatico che dal di lui Padre Co Antonio si accrebbe e si custodisce .

Della letteratura trevigiana del secolo XVIII sino a nostri giorni
Domenico Maria Federici, 1807

Antonia (o Antonietta) Sofia, contessa

Nacque nel 1804, unica figlia di Paolo Luigi, ed appena sedicenne sposò il conte Giovanni Battista Carlo Albrizzi.

Antonietta Sofia ebbe nove figli: otto femmine (tra cui Betta, sposata con Emilio Galvagna, e Marinetta, sposata con Matteo Persico, matrimoni celebrati entrambi nel 1840) e un maschio, Alessandro che morì celibe.

Dopo morte del padre ereditò il palazzo di Treviso che venderà nel 1842 a Tommaso Salsa, proprietario della cartiera di Mignagola.
A Barcon, Antonietta Sofia divenne proprietaria di Villa Pola-Cappelletto-Quaggiotto oltre a 274 ettari di terreno e di numerose case rurali, proprietà che nel 1851 cedette a Carlo Flantini.

Antonietta Sofia morì il 10 gennaio 1861.

Donna bella e colta, poetessa elegante, ci lasciò un volume di versi pubblicato postumo. Veramente sentite sono le poesie “In morte della madre” e “In morte del marito”. […] Si spense immaturamente dopo aver profuso gran parte del suo patrimonio a beneficio dei poveri.

Tratto da:
Personaggi illustri della marca trevigiana. Dizionario bio-bibliografico dalle origini al 1996
di Roberto Binotto 1996, Cassamarca, Treviso

Giovanni Battista VII, conte

Giovanni Battista VII, detto Titta, ultimogenito del conte Antonio V, nasce il 3 maggio 1794.

Titta Pola era appena tornato da un lungo viaggio in giro per l’Italia che dalla Romagna l’aveva portato a Napoli, Palermo, Roma, Firenze, Livorno e, passando per Piacenza, Parma e Verona, al suo «terzo giro del Tirolo». Nel 1828 venne arrestato e imprigionato per truffa e rapina ai danni di Marc’Antonio De Faveri.

Dopo un processo condotto «con una specie di acrimonia e severità fuor del comune» venne condannato a 10 anni di carcere duro e morì il 19 aprile 1834 nella casa di forza di Padova.
La sensazione è che le autorità austriache vollero colpire duramente le simpatie filofrancesi del Pola, presumibilmente coltivate durante il suo viaggio lungo l’Italia in particolare a Roma dove incontrò Ortensia, madre del futuro imperatore Napoleone III.

In seguito alla condanna, al Pola fu tolto il titolo comitale.

Giovanni Battista VII ebbe un figlio naturale, Erminio Teodoro, nato nel 1822 e riconosciuto dal padre nel 1826.

Erminio Teodoro Pola

Erminio Teodoro nasce a Covolo di Pederobba il 16 luglio 1822 ed è figlio naturale di Giovanni Battista VII, Titta, riconosciuto dal padre il 3 agosto 1826.

Rimasto orfano del padre all’età di 12 anni, si trovò nel pieno della contesa per l’eredità del nonno, il conte Antonio V.
Nel 1844 l’Imperial Regio Tribunale di Treviso designava Erminio Teodoro quale erede universale del proprio padre Giovanni Battista VII e, in forza dell’estrazione a sorte, sanciva la divisione del patrimonio di Barcon e dei beni a Treviso, lasciati da Antonio V, tra lo stesso Erminio Teodoro e la cugina Antonia Sofia, figlia di Paolo Luigi.

Entrato nel Collegio della Regia Marina di Venezia ne uscì col grado di ufficiale.
«Fu tra i valorosi difensori di Venezia nella memoranda epoca 1848-49, servendo per solo amore della Patria senza competenze di paga».

Erminio Teodoro sposa Giulia Monod a Nyon (Svizzera) e dalla loro unione nasceranno tre figli: Sergio, Galvano Bonifacio e Ottaviano Giacomo.

Erminio Teodoro morirà a Treviso il 2 novembre 1864.

I figli di Erminio Teodoro

Dei tre figli di Erminio Teodoro solo di Galvano Bonifacio conosciamo la genealogia: di Sergio non abbiamo documentazione dove risulti sia stato coniugato o abbia avuto figli, mentre Ottaviano Giacomo morì ad appena qualche mese di vita.

Galvano Bonifacio nacque a Treviso nel 1858 e morì a Nyon (svizzera) nel 1915.
Da suo matrimonio con Francesca Masini (1862 – 1945) nacquero Elena Maria (Trieste 1884 – Treviso 1951) e Matilde (Trieste 1885 – Trieste 1888).

Fu Sergio (Treviso 1855 – Carouge, Svizzera 1915) che nel 1878 intraprese la complessa procedura per il rinnovamento del titolo di conte di cui il nonno Giovanni Battista VII fu privato in seguito alla condanna al carcere nel 1829.

Nella missiva inviata ad Umberto I re d’Italia e sottoscritta come Sergio Pola de Sergi, dopo aver ripercorso la storia della famiglia ed aver sottolineato l’errore giovanile del proprio nonno, Sergio «implora riverente l’istante che sua Maestà Vostra si degni di conservare una famiglia che per avita nobiltà e per le spese compiute non è certo seconda ad alcun’altra d’Italia».

Il 14 agosto 1879, da San Rossore, Umberto I re d’Italia, rinnova il titolo di conte, con successione primo geniale mascolina cioè trasmissibile del titolo nella linea primogenita maschile) a: «Sergio, di Erminio, di Giovanni Battista POLA», senza il diritto di assumere predicato “dei Sergi”, e confermando l’antico stemma di famiglia «d’argento e tre bande di rosso».

Si tratta di una concessione che non avrà seguito perché, come abbiamo visto, non ci saranno altri discendenti Pola maschi del ramo italiano: l’ultima sarà Elena Maria, figlia di Galvano Bonifacio, morta nubile.

Tutt’altra storia avrà il ramo boemo dei Pola.

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I Sergi-Castropola-Pola (secoli XII-XXI)
di Giacinto Cecchetto 2023, ZeL Edizioni, Treviso
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