Lorenzo Crico

Lorenzo Crico

(Noventa di Piave, 10 novembre 1764 – Venezia, 2 ottobre 1835)

Scrittore agrario e filantropo, nonché corrispondente dei principali intellettuali dell’area veneta, fra cui Moschini, Cicogna e Gamba.

Lorenzo Crico è nato a Noventa di Piave nel 1764, fu ordinato sacerdote nel seminario di Treviso e vi rimase come insegnante per alcuni anni.
Nel 1792 si ritirò a Noventa e pubblicò la traduzione delle Egloghe di Virgilio.
Nel 1794 le sue sei Egloghe rusticane gli valsero l’alto onore di divenire membro dell’Accademia Agraria Trevigiana.
Parroco di Fossalunga dal 1797 si fece notare per più pubblicazioni fra cui la celebre Lettere sulle belle arti trevigiane.
Membro dell’Ateneo di Treviso dal 1825, si spense a Venezia nel 1835.

Fonte: Wikipedia

Opere di Lorenzo Crico

La Buccolica di P. Virgilio Marone tradotta in versi italiani…
Venezia, Antonio Zatta, e figli, 1792.

Egloghe rusticali
Treviso, Giulio Trento, 1794.

L’amico de’ contadini Dialoghi d’un piovano
Bassano, Tip. Remondiniana, 1805.

La fiera di S. Bartolommeo di Castelfranco egloga rusticale
Bassano, Tip. Remondiniana, 1807.

Dialogo sopra la storia di Tobia
Bassano, Remondini, 1808.

Della amministrazione delle fabbricerie delle chiese parrocchiali
Bassano, Tip. remondiniana, 1809.

La coltivazione del grano-turco
Treviso, Paluello, 1812.

Il contadino istruito dal suo parroco, dialoghi
Venezia, Alvisopoli, 1817-1818.

Tobia: dialoghi
Venezia, Alvisopoli, 1819.

Istruzione di agricoltura pei contadini
Venezia, Alvisopoli, 1820.

Mosè: dialoghi rusticali
Venezia, Alvisopoli, 1821.

Doveri del contadino lettere di un possidente al suo colono
Venezia, Alvisopoli, 1822.

Viaggetto pittorico da Venezia a Possagno
Venezia, Alvisopoli, 1822.

Agenzia di campagna lettere di un possidente al suo fattore
Venezia, Alvisopoli, 1825.

Elia ed Eliseo, dialoghi rusticali
Treviso, Andreola, 1827.

Istruzioni per un castaldo
Treviso, Andreola, 1829.

Indicazione delle pitture ed altri oggetti di belle arti degni d’osservazione esistenti nella regia città di Treviso
Treviso, Andreola, 1829.

Daniele Esdra e Neemia ed i Maccabei, dialoghi rusticali
Treviso, Andreola, 1830.

Descrizione della tavola del Bonifacio che rappr. S. Antonio di Padova che predica dalla noghera in campo S. Piero
Bassano, Baseggio, 1831.

Lettere sulle belle arti trivigiane
Treviso, Andreola, 1833.

Oltre all’egloga rusticale sulle nozze di Costanza Pola ed il nobile Alessandro Fontana, il Crico cita ancora i nobili Pola nel Viaggetto pittorico da Venezia a Possagno e nelle Lettere sulle belle arti trevigiane, quando descrive la magnificenza della loro villa:

Se V. E. (Giovanni Ladislao Pyrker, patriarca di Venezia – ndr) raccoglierà alquanto a sè l’occhio, il quale avidamente spazia da lungi, vedrà il palagio Pola lungi due miglia che siede alteramente nelle praterie di Barcon, palagio, ch’ è forse il capo lavoro dell’ architetto Giorgio Massari, e d’un quadrato regolare sorprendente, cioè di piedi 120 di larghezza per ogni facciata e sotto un solo coperto. Tutto vi spira grandezza per entro, e la sala superiore, ch’ è una croce greca coperta in ciascun ramo da una gran volta e da bella cupola in mezzo, vuol dirsi pittosto un tempio bellissimo di quello che una sala.

Tratto da:
Viaggetto pittorico da Venezia a Possagno
Lorenzo Crico, Venezia, Alvisopoli, 1822.

Questo valent’uomo (l’architetto Giorgio Massari ndr) fece di molte opere in questa provincia, e distinguesi sovra ogni altra quella del magnifico palagio eretto pei conti Pola in Barcon, compiuto l’ anno 1720.
Quivi l’architetto accoppiar seppe alla grandiosità del vasto edificio novità d’invenzione: palagio d’un solo coperto, di forma quadrata; larga ogni faccia esteriore piedi 120, e ciascuna con bell’ordine architettonico sovra un basamento: avente quattro piani per le stanze. e due sale a croce greca; ciascuna saliente altezza delle stanze di due piani; ond’è che la sala superiore nel mezzo, alzandosi oltre i due piani, sotto il comignolo del coperto, con una cupola interna sublime, la qual nasce spontanea sovra l’incrocicchiamento, come dire, di due sale amplissime, avvenne che rassembra non più una sala a crociera, ma sibbene magnifico tempio.
Per cotesta sala a crociera, tanto nel pian terreno che nel superiore, ne valgono quattro separati quartieri, aventi oltre la scala principale piccole scale interne a chiocciola, onde aver libera e separata comunicazione per ciascun quartiere.

Tratto da:
Lettere sulle belle arti trivigiane
Lorenzo Crico, Treviso, Andreola, 1833.

© Immagini e testi coperti da copyright.