San Michele Arcangelo

Gino Borsato, 1927. San Michele Arcangelo, affresco dell'abside, chiesa parrocchiale di Barcon.

Gino Borsato, 1927.
San Michele Arcangelo, affresco dell’abside, chiesa parrocchiale di Barcon.

San Michele Arcangelo è uno dei tre arcangeli della Bibbia. Oltre all’Ebraismo e al Cristianesimo, anche l’Islam ne fa oggetto di venerazione. Il nome Michele deriva dall’espressione “Mi-ka-El” che significa “chi è come Dio?“. L’arcangelo Michele è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana.

San Michele viene invocato per la buona morte ed è il santo protettore dei paracadutisti, commercianti, maestri d’arme, poliziotti, merciai, speziali, fabbricanti di bilance e schermidori.
Si festeggia il 29 settembre con l’Arcangelo Gabriele e l’Arcangelo Raffaele.

Nella Bibbia
San Michele Arcangelo è citato nella Bibbia, nel Libro di Daniele 12,1, come primo dei principi e custode del popolo di Israele.
Nel Nuovo Testamento è definito come arcangelo nella Lettera di Giuda 9, mentre nell’Apocalisse di Giovanni 12,7-8 Michele è l’angelo che conduce gli angeli nella battaglia contro il drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge. Sembra anche che alcuni scrittori cristiani, come per esempio Erma, lo identificassero col Cristo preincarnato.

È verosimile che la cappella rurale di Barcon costituisse un possesso personale della famiglia Camposampiero e che da questa fosse stata fondata.

Si spiegherebbe così il testamento che Gerardo da Camposampiero scrisse prima di partire per il pellegrinaggio verso il santuario dedicato all’Apparizione di San Michele Arcangelo nel Gargano dove citò la piccola chiesa campestre (dedicata alla medesima apparizione) assegnandone una cospigua donazione per il restauro dell’edifico danneggiato da un incendio e disponendo mille messe da celebrare.

Iconografia di San Michele Arcangelo

L’immagine di San Michele Arcangelo sia per il culto che per l’iconografia, dipende dai passi dell’Apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago. È il comandante dell’esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, che vengono precipitati a terra. A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime. Sulla base del libro dell’Apocalisse ne vennero scritti altri dedicati a Michele che finirono per definirlo come essere maestoso con il potere di vagliare le anime prima del Giudizio. L’iconografia bizantina predilige l’immagine dell’arcangelo in abiti da dignitario di corte (con il loron) rispetto a quella del guerriero che combatte il demonio o che pesa le anime, più adottata invece in Occidente.

Culto di San Michele Arcangelo e tradizioni popolari

Il culto di San Michele Arcangelo è di origine orientale. L’imperatore Costantino I a partire dal 313 d.C. gli tributò una particolare devozione, fino a dedicargli il Micheleion, un imponente santuario fatto costruire a Costantinopoli. Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa in seguito all’apparizione dell’arcangelo sul Gargano in Puglia. Secondo la tradizione, l’Arcangelo sarebbe apparso a San Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto l’8 maggio 490, ed indicatagli una grotta sul Gargano lo invitò a dedicarla al culto cristiano. In quel luogo sorge tutt’oggi il santuario di San Michele Arcangelo (nel mezzo del nucleo cittadino di Monte Sant’Angelo), che nel Medioevo fu meta di ininterrotti flussi di pellegrini, i quali per giungervi percorrevano un’apposito percorso di purificazione detto Via Sacra Langobardorum.

Nella vita di san Gregorio riportata dalla Leggenda aurea, si narra che durante una tremenda pestilenza, al termine di una processione con il canto delle litanie istituite dal papa intorno alla città di Roma, Gregorio vide apparire su Castel Sant’Angelo San Michele che deponeva la spada nel fodero, segno che le preghiere erano state ascoltate e che la terribile epidemia sarebbe cessata. Per commemorare l’episodio sul monumento fu eretta una statua raffigurante l’arcangelo.

Altro luogo di venerazione di San Michele Arcangelo è l’isolotto francese di Mont Saint-Michel. Qui, secondo la leggenda, l’arcangelo Michele apparve nel 709 al vescovo di Avranches, Sant’Uberto, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta finché San Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito, lasciandolo tuttavia in vita. Il cranio di Sant’Uberto con il foro è conservato nella cattedrale di Avranches.

Molto caro ai russi assieme all’Arcangelo Gabriele e oggetto di diverse icone. Un monastero del XII sec. a lui dedicato, costruito sulla foce della Dvina, ha dato il nome all’intera città di Arcangelo, nel Nord della Russia.

Il culto di San Michele Arcangelo fu assai caro ai Longobardi e in Italia l’Arcangelo Michele è patrono di molti paesi.

La festa si celebra normalmente il 29 settembre, festa dei santi Arcangeli (Michele, Gabriele e Raffaele), ma anche l’8 maggio, ricorrenza dell’apparizione sul Gargano in Puglia.

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