Il condottiero di ventura

Tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, la Repubblica di Venezia è impegnata in numerose guerre, sia per terra che per mare. Per sostenere questi conflitti, la Serenissima si avvaleva anche di compagnie di ventura, truppe mercenarie organizzate e guidate da un capitano o condottiero di ventura.
Nella Marca era concentrato un gran numero di uomini d’arme, come i condottieri o i capitani di ventura che Venezia retribuiva con l’assegnazione di un feudo, quelli che assoldava per la difesa dello Stato Veneto in terraferma.

Anastasio Grifoni da Sant’Angelo in Vado, condottiero di ventura

Nella seconda metà del XV secolo, un condottiero di ventura comparve nella storia del nostro paese. Anastasio Grifoni, originario di Sant’Angelo in Vado (PU), fu un personaggio legato ai patrizi Emo e da loro ricevette l’investitura su una vasta campagna a Barcon, entro la quale si trovava il beneficio e la chiesa di San Michele.

Stemma della famiglia del condottiero di ventura Anastasio Grifoni da Sant’Angelo in Vado

Stemma gentilizio della famiglia Grifoni di Sant’Angelo in Vado.

Nell’aprile del 1447 si arruolava con le truppe veneziane combattendo contro quelle milanesi. Nel maggio del 1452 era con Matteo a Ghiaradadda, dove compiva scorrerie nel territorio di Cremona catturando diversi prigionieri.

Nel mese di ottobre era sorpreso ad Abbadia Cerreto da un attacco notturno effettuato da Alessandro Sforza. Riusciva comunque a resistere a guardia della località con Carlo di Montone. A novembre affiancava Tiberto Brandolini e Antonello da Corneto durante l’espugnazione di Offanengo.

Nell’agosto del 1453 appoggiava Matteo da Capua durante un inutile attacco alla torre di Montirone. Con il capitano Orso Orsini, che comandava 3.000 cavalli e 1.000 fanti, assaliva all’improvviso Castelleone. Durante lo scontro lo affrontano Sacramoro da Parma, Corrado da Fogliano e Donato del Conte. Alla fine era sconfitto e fatto prigioniero. Liberato, nel mese di novembre era nuovamente presente alla difesa di Orzinuovi e il mese successivo nella stessa località era ferito gravemente e costretto ad arrendersi a patti.

Nel giugno del 1467 combatteva i ducali. I veneziani lo trasferiscono con Angelo di San Vitale dalla Lombardia a Ravenna. Nel novembre del 1471 era assegnato in Friuli al seguito di Deifobo dell’Anguillara per contrastare i turchi sull’Isonzo.

Nel 1477 affrontava i turchi comandando 100 cavalieri agli ordini di Girolamo Novello. Nell’ottobre dello stesso anno si scontrava con i nemici sull’Isonzo, nei pressi di Gradisca d’Isonzo, e rimaneva ucciso in combattimento.

Il condottiero di ventura a Barcon

Nella seconda metà del 1400 vasti appezzamenti di terreno erano già acquisiti dai Pola e dagli estimi del 1460 risulta che il Grifoni pagasse agli eredi di Nicolo IV la somma di 50 ducati, per la possessione che è trata in lavoriero, estesa su 80 campi con 50 piantate. 1“I Sergi-Castropola-Pola (secoli XII-XXI)” di Giacinto Cecchetto 2023, ZeL Edizioni, Treviso (pag. 81).

Nel 1465 Giovanni Emo ottenne da papa Paolo II il giuspatronato sulla chiesa ed in seguito concesse la tenuta, entro la quale si trovavano la chiesa e i terreni ad essa assegnati, in locazione ad Anastasio Grifoni purché s’impegnasse ad acquistare un messale e un calice con patena, a garantire il mantenimento del curato che a quel tempo poteva contare sulla riscossione del quartese.

Nel periodo in cui gestì le proprietà di Barcon, il Grifoni sostenne le spese di ricostruzione della piccola chiesa campestre dedicata a San Michele ed una serie di restauri e rifacimenti dell’allora canonica, una modesta costruzione di mattoni col tetto ricoperto di coppi.

Anastasio Grifoni da Sant’Angelo in Vado morì nel 1477 nei pressi di Gradisco d’Isonzo (GO) durante la guerra di Venezia contro l’Impero Ottomano e la gestione delle proprietà di Barcon passò alle sue quattro figlie.

Il contratto livellario della durata di 29 anni stipulato con gli Emo, prevedeva inizialmente il versamento a Venezia del canone annuo di 100 lire da parte di Anastasio Grifoni e poi il rinnovo ai figli con un affitto di 28 ducati d’oro e un paio di capponi assicurati ad ogni figlia, rappresentata dal rispettivo marito o fratello. Si tratta di Nicolò Battiferro per conto della moglie Bamisella, Girolamo Rugolino fu Martino da Asolo per la consorte Cassandra, Ottaviano Fontana fu Giacomo da Ponte Naone per la moglie Lucrezia e Angelo fu Anastasio da Sant’Angelo per la sorella Camilla.

Nel 1496 Giovanni Emo cedette ai Castropola l’intera tenuta già concessa al Grifoni.

Per maggiori e più dettagliate informazioni:

Barcon di Vedelago. La storia che non ti aspetti
di Paolo Miotto 2023, GoPrint, Camisano Vicentino (VI)
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I Sergi-Castropola-Pola (secoli XII-XXI)
di Giacinto Cecchetto 2023, ZeL Edizioni, Treviso
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Condottieri di ventura
Anastasio da Sant’Angelo

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