La famiglia Emo

Il nome Emo è probabilmente una contrazione di Aimo, Aymo, de Aimo.
Le informazioni sull’origine della famiglia Emo sono contrastanti: alcune ritengono gli Emo provenienti dalla Grecia, emigrati prima in Dalmazia e poi a Venezia, altre da Vicenza.

Nel corso dei secoli i membri della casata furono investiti di cariche importanti della Serenissima Repubblica ed alcuni arrivarono al ballottaggio per il Dogado.

Gli Emo acquistano i primi terreni nella podesteria di Castelfranco già nel XIV secolo ma è verso la metà del Quattrocento che queste terre acquistarono interesse per la famiglia. 

Il testamento di Leonardo Emo

Il 29 novembre 1437, Leonardo Emo fu Benedetto, sanus mente et corpore languens, detta il proprio testamento da dove emerge l’istituzione di un legato da messe con il quale donava i suoi prati situati a Barcon alla chiesa di S. Michele, a patto che gli esecutori testamentari provvedessero a fare eleggere un sacerdote per la celebrazione delle messe di suffragio in quella cappella.

Ciò conferma la presenza della famiglia Emo tra i possessori di terreni ad inizio del XV secolo e pone le basi alla concessione del giuspatronato sulla piccola chiesa di Barcon: il 28 ottobre 1465 il pontefice Paolo II assicurava a certe condizioni al patrizio veneziano Giovanni il vecchio il controllo della chiesa e l’elezione del primo sacerdote di nomina laica.

In seguito al giuspatronato su Barcon, la famiglia Emo era obbligata all’assegnazione del quartese e della dote necessaria al mantenimento del sacerdote, alla fornitura dei paramenti, dei libri liturgici e del calice necessari per la celebrazione delle messe ed alla costruzione della canonica, visto che la chiesa era appena stata riparata.

Il condottiero di ventura a Barcon

La tenuta di Barcon con la chiesa e i terreni ad essa assegnati, verrà successivamente data in locazione ad Anastasio Grifoni da Sant’Angelo in Vado marchigiano, che si impegnerà a soddisfare gli obblighi imposti alla famiglia Emo in seguito alla concessione del giuspatronato.

Alla morte dell’Anastasio la tenuta ritornò in possesso degli Emo che però s’impossessarono di tutti i beni invece che riassegnarli alla chiesa di Barcon: ciò portò all’abbandono degli edifici ed al mancato controllo sulle attività del priore.

La situazione cambiò nel 1496 quando Giovanni Emo cede con contratto livellario ai Pola l’intera tenuta già concessa al Grifoni.
I Pola, che già possedevano vasti appezzamenti in paese, sfruttarono la situazione e contribuirono all’uscita di scena degli Emo da Barcon subentrando loro nella concessione del giuspatronato.

Il canale Brentella

Come avvenne per i Pola, la costruzione del canale Brentella e l’estesa rete di seriole che servivano i mulini e i terreni di questa parte della pianura, aumentò la capacità di trarre guadagno dalle campagne. La seriola Barbariga serviva le terre dell’omonima famiglia veneziana che aveva possedimenti a Fanzolo vicino a quelli della famiglia Emo.

Tra il 1452 e il 1453 Giovanni Emo possiede a Fanzolo 73 campi tra arativi, piantati e mal vitigati, prativi e vegri non arativi, un fondo con casa di coppi e una teza di paglia dato in affitto e, soprattutto, una sua residenza di campagna descritta come una casa murata da statio con stalle da cavalli per sua abitatione.

Lo stemma della famiglia Emo

L’introduzione della coltura del mais

Gli studiosi avvalorano la tesi secondo la quale furono gli Emo ad introdurre la coltura del mais nei territori di Fanzolo e Vedelago nella seconda decade del 1500. Stando a questa ipotesi, la famiglia Emo avrebbe provato ad introdurre il nuovo cereale anche nel trevigiano dopo che già lo coltivavano nelle loro terre del polesine

La villa del Palladio ed il titolo nobiliare

Tra il 1556 ed il 1559, Leonardo Emo farà costruire al grande architetto Andrea Palladio la celebre villa di Fanzolo, considerata un perfetto esempio di villa di campagna dove “il complesso della casa padronale e delle barchesse si integra perfettamente con la campagna circostante ed è pensato quale centro coordinatore delle attività agricole”. 

Nel 1819, successivamente al tumultuoso periodo napoleonico, Francesco I imperatore d’Austria conferisce alla famiglia Emo il titolo di conti.

La famiglia Emo in epoca moderna

La storia della famiglia porterà i propri eredi lontano dalle terre trevigiane e la loro residenza a Fanzolo sarà sempre più rara ed anche la loro presenza a Venezia si era conclusa già a fine del ‘700.

Dopo il 1810 i discendenti degli Emo sposeranno le eredi di nobili famiglie padovane, dando origine ai rami Emo Capodilista ed Emo Capodilista Maldura, ed abiteranno nelle loro ville del padovano.

Riferimento: Cenni storici

Fonti:

Barcon di Vedelago. La storia che non ti aspetti
di Paolo Miotto 2023, GoPrint, Camisano Vicentino (VI)
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