Il toponimo barcon è riconducibile al vocabolo di radice celtica bark (capanna).
In età medievale il barco era una costruzione destinata a stallaggio e ricovero di attrezzi rurali, legnami e foraggi.
il santo del giorno
san francesco d'assisi pastore e martire
L’imponente Barchessa di Villa Pola ed il quadrilatero murato dell’antico brolo rappresentano gli elementi identificativi di Barcon.
Nati all’ombra delle mura, abbiamo sempre avuto la curiosità di sapere chi edificò la Barchessa o che aspetto avesse (e perché fosse stata demolita) la fantomatica villa di cui parlavano gli anziani, ma le informazioni che avevamo erano poche e sommarie.
Così nel 2001 abbiamo registrato il dominio barcon.it e cominciato a raccogliere notizie, documenti, date, immagini e testimonianze con l’intenzione di creare un archivio storico aperto a tutti e cercare di fornire un’immagine ordinata della storia e delle tradizioni paesane.
Notevole è stato l’apporto dei nostri compaesani che, aprendo i loro archivi fotografici di famiglia, ci hanno dato la possibilità di pubblicare degli scatti dal grande significato storico e dalla profonda valenza emotiva.
Nel 2023, a più di vent’anni dall’inizio della nostra ricerca, sono state stampate due pubblicazioni che trattano gli avvenimenti storici legati alle vicende della piccola chiesa e della famiglia Pola. Vogliamo ringraziare Paolo Miotto e Giacinto Cecchetto che con la loro ricerca ci hanno dato la possibilità di colmare le lacune che avevamo ed oggi possiamo avere un quadro più completo della storia millenaria di Barcon.
Un sentito grazie vogliamo rivolgerlo anche a Francesco Pomini che, donandoci i libri in cui il padre Paolo raccoglie le sue memorie, ci ha permesso di conoscere la storia della famiglia Pomini e gli eventi vissuti in Barchessa negli anni della seconda guerra mondiale.
La Redazione di Barcon.it
Cenni storici
Barcon si trova nel territorio dell’antico Agro Centuriato di Asolo, la colonizzazione che i romani effettuarono a partire dalla metà del II secolo a.C., tagliando i boschi di carpini e querce che fino ad allora caratterizzavano questo tratto di pianura dei Veneti.
Il primo documento che accerta l’insediamento di Barcon è datato fine XI secolo ed attesta la presenza di una cappella dedicata a San Michele Arcangelo, probabilmente di proprietà di Gherardo da Camposampiero.
Ad inizio del XV secolo lo spopolamento portò Barcon sotto l’influenza di Fanzolo sancita dalla concessione del giuspatronato alla famiglia Emo che già aveva possedimenti in loco. Nei secoli XV e XVI, il nostro era un villaggio autonomo che rientrava nella Campagna di Sopra, territorio sottoposto direttamente all’amministrazione del podestà di Treviso.
L’operazione di acquisizione dei terreni attuata fin da metà del XV secolo dalla famiglia Pola, nobili trevigiani di origine istriana, li portò a possedere la quasi totalità del territorio barconese ed all’inizio del XVI secolo i Pola subentrarono agli Emo nel giuspatronato sulla piccola chiesa di Barcon.
Per più di tre secoli questo piccolo villaggio fu il centro di controllo della famiglia Pola, i maggiori proprietari fondiari privati di tutta la Marca Trevigiana: dalla loro villa amministravano la vasta proprietà che comprendeva appezzamenti situati anche oltre l’attuale provincia di Treviso.
Diversi furono i riassetti amministrativi tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, fino ad arrivare al 1 gennaio 1819 quando Barcon fu definitivamente assegnato al comune di Vedelago. Questa parte di provincia trevigiana è storicamente sotto l’influenza amministrativa di Castelfranco Veneto e prende il nome di Castellana.
La storia da leggere
Il Mercato di Barcon è un’egloga rusticale scritta nel 1802 da Lorenzo Crico in occasione del matrimonio di Costanza Pola, figlia dei nobili proprietari terreni di Barcon, con Alessandro Fontana.
L’autore colloca i protagonisti di questo dialogo lungo lo “stradone” che porta al mercato di Barcon, in quel periodo ancora molto fiorente.
Tra le righe della cronaca ci viene descritta la vita di questa nobile famiglia stettamente legata alle vicende storiche dell’ottocento trevigiano. Veniamo così a conoscere i motivi che hanno portato all’abbattimento della maestosa villa che si trovava a Barcon e l’estinzione della famiglia Pola.
L’ascesa ed il declino dei Castropola, signori di Pola, e le vicissitudini storiche nella penisola d’Istria a cavallo del 1300 e 1400. Un ramo della famiglia, esiliato a Treviso, insignito del titolo di conte e mutato il cognome in Pola, fu artefice della storia del nostro paese.
Il mercato di Barcon, voluto nel 1789 dal Conte Antonio Pola, rappresentava una minaccia per gli affari del mercato di Montebelluna, fondato già nel X secolo.
Il conte Paolo è uno degli ultimi discendenti della nobile famiglia Pola. Scrisse diversi libretti messi in musica da importanti compositori italiani.
L’orazione fu applaudita dal Doge, dai Senatori e da tutti i presenti ed ottenne un successo tale che ne furono richieste ulteriori copie, malgrado ne fossero già state stampate quattrocento.
Giovanni Galvan compone questa orazione per la morte del cane Chiti, un martora domestico di proprietà del suo amico Giovanni Battista VII Pola.
Descrizione di una “passeggiata ciclistica” nella Val Pusteria in un’epoca in cui per passare il Piave si usava una barca e Cortina d’Ampezzo si trovava in territorio austriaco.
Questo testo del 1900, al di là del “crudo elenco delle lesioni” che la framboesia ha causato nel corpo del nostro compaesano Sergio Binotto, offre una breve testimonianza della vita degli emigranti del 1800 e dei rapporti con amici e famigliari.
Nel 1599 l’editore Evangelista Deuchino pubblicò una raccolta di sonetti composti in occasione del matrimonio tra Vincislao Brescia (Vincilio Bressa) e Pietra Pola (Petra).
Tratto dal secondo volume di “Treviso e le sue pievi” di Francesco Agnoletti, questo testo percorre 600 anni di storia di Barcon.
Raccolta pubblicata nel 1861 dai figli di Sofia Antonietta Pola Albrizzi, unica figlia di Paolo Luigi Pola