Gino Borsato

Gino Borsato

(Treviso, 5 febbraio 1905 – Treviso, 30 luglio 1971).

Per maggiori informazioni: Wikipedia: Gino Borsato

Gino Borsato, 1951. Autoritratto

Gino Borsato, 1951.
Autoritratto

Gino Borsato, 1927.
San Michele Arcangelo, affresco dell’abside, chiesa parrocchiale di Barcon.

Attività pittorica

Cominciò prestissimo ad avere commissioni per pale d’altare e ritratti. Dipinse, vincendo un concorso, la pala di San Cristoforo per la chiesa di Tonezza del Cimone (VI). Aveva solo 21 anni.

L’anno seguente dipinse l’affresco dell’abside della chiesa parrocchiale di Barcon raffigurante San Michele Arcangelo.

A Dosson di Casier (TV) aveva lo studio il pittore Antonio Beni che era stato incaricato di eseguire pale d’altare per le ricostruende chiese della diocesi di Treviso colpite dalla grande guerra. Si ammalò e pensò al giovane Borsato, di cui aveva sentito parlare, e gli affidò il completamento di tutte le opere già approvate in bozzetto dalla Commissione d’arte Sacra. Testimonianza resa anche da Costante Chimenton nel suo volume “Perdite e risarcimenti artistici nelle chiese del lungo Piave” edito nel 1934. E nel Resto del Carlino del 28/12/1927 si legge: “Gino Borsato è giovane, è intelligente, è appassionato dell’arte pittorica: è uno dei più diligenti scolari del Prof. E. Tito, il maestro venerato della scuola veneziana, e il continuatore del colorito e della tecnica dei nostri grandi artisti veneti. È una promessa, G. Borsato: al plauso della commissione collaudatrice volentieri aggiungiamo il nostro modestissimo: al giovane artista, speranza dell’arte cristiana, l’augurio di uno splendido avvenire”.

Borsato eseguì i primi lavori nel granaio di villa Codalunga gentilmente concesso dal proprietario Co. Alvise Codalunga, ma poi affittò con l’amico Giuseppe Mazzotti, un vero studio in via Commenda che probabilmente, era stato lo studio del pittore Luigi Serena. In questo luogo si riunivano tutti gli amici per discutere, commentare, lavorare, leggere, dipingere …

I lavori si susseguirono e ben presto il nome di Borsato divenne abbastanza noto in tutta la provincia trevigiana e anche nelle altre province venete.

Nel 1930 durante il servizio militare come sottotenente del 55º Fanteria, su incarico dei suoi superiori che avevano scoperto le sue doti pittoriche, dipinse due quadri storici “Il Capitano Edmondo Matter del 55º Rgt. Intr. Colpito a morte davanti al fortino triangolare di Opachiasella”, e “Il Cap. Cesare Colombo del 55º Rgt. Itr. all’assalto di quota 85 di Monfalcone caduto nello stesso punto di Enrico Toti” (ora conservati presso i magazzini del Museo del Risorgimento) e il ritratto del Colonnello Rossi suo superiore.

Nel 1935 gli furono commissionati 4 grandi pannelli per la sala consigliare del palazzo Comunale di Oderzo che illustravano la storia di questa cittadina.

Venne la guerra e fu richiamato, dovette quindi abbandonare temporaneamente il lavoro. Fu mandato in Francia; l’8 settembre 1943 lo colse a Le Luc Draughignon Var presso Cannes nella Costa Azzurra. Disciolto l’esercito tornò a casa a piedi, tappa dopo tappa. Il primo bombardamento di Treviso (7 aprile ‘44) colpì in pieno il suo studio distruggendo un patrimonio di gessi e modelli. Si ritirò quindi a Dosson nello studio di Beni, gentilmente concesso dalla vedova. Ivi continuò il suo lavoro d’arte sacra finché terminata la guerra, aprì lo studio in via Manin a Treviso nell’appartamento del Dott.Terribile, attiguo a quello dell’architetto Candiani, con il quale collaborò, per la parte pittorica, alla rifinitura di nuove chiese venete.

La vita pubblica

Nell’immediato dopoguerra prese parte attiva alla vita politica del Comune di Treviso e fu eletto consigliere comunale nella lista democristiana come indipendente. Fece parte della giunta comunale prima come assessore supplente all’edilizia e poi come assessore effettivo ai servizi generali. Per circa un ventennio fu membro della Commissione Edilizia per la Toponomastica cittadina. In questo periodo gli fu proposto dalla Democrazia Cristiana di presentarsi per la candidatura a deputato parlamentare, ma rifiutò per non abbandonare il suo lavoro.

Difese, di fronte alla speculazione di quel tempo, le vecchie case e i monumenti della sua Treviso. Si deve al suo intervento accorato in Consiglio Comunale se lo storico palazzo dei CCC non fu trasformato in Borsa Merci.

Durante il suo Assessorato il Museo si arricchì di due importanti dipinti, acquisiti col lascito Lattes: il Ritratto di Sperone Speroni di Tiziano e il Concerto di Pozzoserrato.

Gino Borsato nel suo studio.

La vita privata

Amava l’arte, la letteratura e la musica. Conosceva i classici e cantava con calda voce tenorile le più note romanze delle opere liriche. Prediligeva la musica di Bach, Beethoven, Schubert ma anche Vivaldi e tutto il ‘700. Amava la famiglia e si commuoveva davanti alle prime “bravure” dei figli.

Era spesso assorto nei suoi pensieri, ma si sforzava di essere “presente” in famiglia e con amici e parenti; partecipava attivamente alle discussioni artistiche, letterarie e politiche della sua città.

Nell’ottobre del ’68 andò con l’amico Dante Ferrarese all’Isola d’Elba attratto dalla pittura “all’aria aperta” e dalle bellezze particolari di quei luoghi e fu poi raggiunto dal pittore Renato Nesi e dall’ing. Luciano Gaio. Con gli stessi amici, coi quali sistematicamente il sabato pomeriggio girava per le colline trevigiane a dipingere gli aspetti più suggestivi e incantevoli, tornò all’isola d’Elba l’anno successivo entusiasta più che mai.

Solo nel febbraio ’68 allestì alla cittadina galleria Giraldo la sua prima personale. Esibirsi in pubblico era contrario al suo carattere modesto e riservato. Nel gennaio/febbraio del ’71 espose nuovamente alla galleria Giraldo e il suo grande timore di non incontrare i gusti del pubblico fu completamente fugato perché, anche questa volta, ebbe un buon successo di critica e di vendite. Purtroppo a metà mostra si ammalò gravemente e rimase in Ospedale tutto il mese di febbraio. Si riprese a poco a poco e quasi completamente ristabilito ricominciò il suo lavoro nello Studio che da anni aveva in Via Paris Bordone al terzo piano di una delle torri che guardano le cupole del Duomo. Dipinse diversi ritratti e paesaggi ma improvvisamente il 30 luglio di quello stesso anno improvvisamente morì stroncato da un infarto.

Lavorò molto, sempre con tranquillità ed entusiasmo. Le sue opere religiose sono sparse nelle principali chiese del Veneto e in particolare della provincia di Treviso; i suoi ritratti e paesaggi figurano in molte collezioni italiane ed estere.

Treviso piccola Atene

Gli artisti di Treviso, che in quegli anni erano particolarmente numerosi, erano tutti suoi amici cominciando da Sante Cancian, Mario Botter Malossi, Bottegal, Giacomo Caramel, lo scultore Conte, Mazzotti, Frescura, Nino Springolo, Censotti, Coletti, Barbisan, Toni Benetton, Battacchi, Nesi, Island Guizzo e molti altri che operavano anche nel Veneziano come De Luigi e il figlio del suo maestro Tito. Molte foto di quegli anni sono raccolte nel FAST “Foto archivio storico Trevigiano” gestito dalla Provincia di Treviso e in particolare molte di esse si trovano nel Fondo Giuseppe Fini, noto fotografo trevigiano e amico di una vita.

Dopo il Concilio Vaticano II le commissioni di arte sacra diminuirono e si dedicò maggiormente alla pittura paesaggistica e alla natura morta, continuando a dipingere ritratti. Nel febbraio 1968 allestì la sua prima mostra personale, a cui ne seguì un’altra a gennaio e febbraio del 1971, entrambe ospitate dalla galleria Giraldo di Treviso. Morì per un infarto.

Nei mesi di novembre / dicembre 1978 il Comune di Treviso ha organizzato una mostra curata dalla prof.ssa Luigina Bortolatto presso i locali del Museo Casa da Noal dal titolo “ Gino Borsato la sua terra e la sua gente” con numerose opere che hanno ripercorso il cammino artistico dell’autore. In quella occasione fu stampato un bel catalogo con raffigurate molte delle sue opere e arricchito da testimonianze e saggi particolarmente significativi.

Ritratti di Gino Borsato nella Galleria d’Arte Moderna di Eugenio Manzato
Testo tratto dal “Bollettino dei musei e degli istituti della cultura della città di Treviso“, 1.2020 – Grafiche Antiga spa, Crocetta del Montello (TV), dicembre 2020.

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