Capitelli votivi

I capitelli votivi, in dialetto capitèl o capitèļo, sono una tradizione del nostro territorio che accomuna i luoghi dell’ex terraferma veneziana. Queste piccole architetture contenenti un effige religiosa sono collocate in punti che nei secoli scorsi rappresentavano un luogo di passaggio (incroci, valichi, fonti, ecc.) per permettere ai fedeli di sostare per una preghiera durante il loro cammino.

A Barcon i capitelli votivi sono quattro, uno per ciascuna contrada del paese: il capitello dedicato a Sant’Antonio di Padova in Via Mercato Vecchio, quello dedicato a San Giuseppe in Via Terza Armata, quello dedicato alla Madonna di Lourdes in Via Batt.ne S. Pomini e l’ultimo in ordine di tempo è quello dedicato a Maria Madre di Dio in Via Pola.

Durante il mese di maggio, tradizionalmente dedicato alla Madonna, nei capitelli viene recitato il rosario nel giorno della ricorrenza viene celebrata una Santa Messa.

I documenti storici ci narrano di un antico capitello denominato capitel grando che nella seconda metà del 500 sorgeva nella località denominata fossa granda al confine dei territori di Barcon, Fanzolo e Busta di Montebelluna. Questa antica edicola era il punto di arrivo delle annuali processioni delle rogazioni e sorgeva lungo la strada che collegava Castelfranco a Montebelluna in un punto in cui i viaggiatori potevano fermarsi per abbeverare i loro cavalli.

Attorno al 1830 il capitel grando fu abbattuto per costruire il Santuario della Madonna del Caravaggio.

La tradizione dei capitelli votivi era molto radicata nelle genti degli scorsi secoli tanto che quando tra XIX e XX secoli molti emigrarono all’estero e nelle città che vennero fondate, soprattutto in Brasile, nel desiderio di ricreare la propria terra d’origine oltre a case, chiese e campanili furono edificati anche capitelli votivi.

I capitelli votivi di Barcon

Sant’Antonio di Padova 

Tra i capitelli presenti oggi a Barcon il più antico è quello dedicato a Sant’Antonio di Padova edificato nel 1906 in quella che oggi è Via Mercato Vecchio su iniziativa della famiglia Serena e di altri residenti della zona.

Questa iniziativa non era ben vista dal curato Angelo Toffolo perché di origine laica quindi fuori dal controllo ecclesiastico e priva dei permessi comunali e curiali. Il 7 gennaio 1907 il curato fu costretto a benedirla, ma in forma privata e senza concorso di popolo previo permesso della curia, salvo poi scoprire che i promotori vendevano candele e raccoglievano elemosine che intascavano senza permesso.

La sera i Serena organizzavano abusivamente la recita del Rosario provocando l’intervento dei carabinieri per assembramento serale non autorizzato ma la preoccupazione del priore era quella di poter disporre delle entrate economiche tanto da esigere una chiave della cassetta delle elemosine per prelevarne periodicamente il contenuto.

Nello stesso tempo invitava la curia a intervenire per evitare che la realizzazione di altri capitelli votivi si potesse ripetere anche nelle contrade confinanti, portando per le pubbliche strade l’elemosine e la devozione dei Santi che sono (e devono rimanere) in Chiesa.

Nel 1972 è stato restaurato a spese della contrada.

San Giuseppe

Il secondo capitello è dedicato a San Giuseppe e fu edificato in Via Terza Armata negli anni 1915/1918. 

Ricostruito all’inizio degli anni 70 in forme moderne, con l’aumento del traffico veicolare fu interessato da periodici danneggiamenti provocati dagli automezzi che, percorso il rettilineo di Via Terza Armata, non si avvedevano della curva e terminavano la loro corsa addosso all’edicola sacra.

Nei primi anni 2000 fu pressoché distrutto dalla collusione di un autoarticolato. Gli abitanti della contrada decisero di abbatterlo e ricostruirlo sulle forme del primo capitello nel terreno messo a disposizione da Armando Vettoretto, in una posizione più defilata rispetto alla strada.

L’opera fu realizzata grazie alla generosità e alla manodopera delle persone della contrada ed inaugurata il 19 marzo 2007 (San Giuseppe) con la celebrazione di una Santa Messa. 

La lapide che sovrasta la statua di San Giuseppe dettata dal parroco don Sergio Centenaro recita: Memori protezioni S. Giuseppe Guerra 1918 abitanti contrada supplicano quotidiana presenza celeste.

Madonna di Lourdes

Il terzo è un capitello privato intitolato alla Madonna di Lourdes.

Costruito nel 1972 nel giardino della famiglia di Gianni Cavarzan è rivolto verso Via Batt.ne S. Pomini e rappresenta un luogo in cui la contrada si incontra soprattutto nel mese di maggio.

Maria Madre di Dio

L’ultimo capitello è quello intitolato a Maria Madre di Dio ed eretto in Via Pola.

La costruzione fu eseguita nel 2015 per volontà e con l’impegno ed il contributo degli abitanti della contrada sul terreno messo a disposizione dalla parrocchia presso l’ingresso del Circolo NOI.

Fonti:

Il Santuario della Madonna del Caravaggio in Fanzolo, Storia e devozione mariana
di Paolo Miotto 2021, GoPrint, Camisano Vicentino (VI)
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Wikipedia

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