Le cernide

Le cernide medievali

Nell’Italia centrosettentrionale del tardo XII secolo i comuni cessarono di impiegare l’intero esercito preferendo l’utilizzo di contingenti più piccoli reclutati tra i cittadini. La cernita era una milizia territoriale di rapida mobilitazione selezionata tra gli abitanti che proseguì anche nel XIV secolo, come è documentato nel Ducato di Milano, nel Marchesato del Monferrato e soprattutto nella Repubblica di Venezia, le cui milizie presero il nome anche di cernide o ordinanze.

Le cernide veneziane

Già nel 1500 Venezia istituì le craine della Dalmazia, milizie contadine rapidamente reclutabili in caso di necessità nel corso delle lunghe e difficili guerre oltremarine con l’Impero ottomano.

Nel 1509 esplose la guerra contro la Lega di Cambrai, durante la quale la Repubblica di Venezia dovette tener testa alle maggiori potenze europee (Francia, Spagna, Sacro Romano Impero e Stato Pontificio) subendo una sconfitta di tale portata da provocare la perdita della Terraferma e l’arretramento fino alla laguna, minando l’esistenza stessa della Serenissima.

L’organizzazione delle milizie territoriali venne ampliata ai Domini di Terraferma, con l’istituzione delle cernide. Tali corpi erano costituiti da contadini scelti (“cerniti” appunto) tra le popolazioni locali e soggetti a periodici addestramenti militari, per un totale di circa 30.000 uomini reclutati villaggio per villaggio e suddivisi in compagnie territoriali.

In caso di guerra queste forze potevano intervenire rapidamente ed essere successivamente integrate dai corpi mercenari.

Antonio Savorgnan con le sue cernide all'esterno di Udine il 27 febbraio 1511 (disegno del XVIII secolo)

Wikipedia: Antonio Savorgnan con le sue cernide all’esterno di Udine il 27 febbraio 1511.
Disegno del XVIII secolo.

Secondo le disposizioni del 1528-1529 ogni contingente, composto dai 500 agli 800 uomini, sarebbe stato comandato da un capitano esperto, residente nella zona, che periodicamente avrebbe effettuato esercitazioni e parate (mostre) locali, di cui una con scadenza trimestrale per gli addestramenti di tiro con le armi da fuoco.

Ogni anno si tenevano rassegne generali, dove si sarebbero incontrate tutte le cernide delle diverse province venete.

La composizione delle cernide

Secondo la riforma del 1564, l’età dell’arruolamento avrebbe dovuto oscillare tra i 17 e i 24 anni e il servizio sarebbe durato per almeno 8 anni; ogni compagnia di 500-600 uomini veniva posta agli ordini di un capitano, che disponeva di un sergente, di un tamburino, di ufficiali e subordinati.

I membri delle cernide erano in maggioranza contadini che venivano reclutati in ogni villaggio nel numero di 2 o 3 per singola unità familiare (fuoco), famiglia che doveva fornire anche parte del loro equipaggiamento e del loro sostentamento.
Inizialmente armati di falci e roncole, la Serenissima li dotò successivamente di archibugi ed altre armi da fuoco.

Durante i periodi designati per le esercitazioni, podestà, vicari e altri capi di villaggio inviavano casa per casa i loro messi (degani o massari) provvisti del libro dei ruoli, per chiamare personalmente i designati che non potevano sottrarsi a quell’obbligo, pena il pagamento di multe o anche castighi corporali.

Un decreto del 1560 fissò la divisione territoriale delle ordinanze: in Friuli agivano 5 capitani, 4 a Treviso, 4 a Vicenza, 4 a Verona ed 1 a Cologna Veneta.

L’esperienza delle cernide a metà del Cinquecento interessava almeno una persona su 7 della popolazione maschile della Repubblica di Venezia.

L’evoluzione delle Cernide

Con il passare dei secoli e con la creazione dei veri e propri eserciti nazionali meglio addestrati, le milizie territoriali evidenziarono i loro limiti fino ad essere considerate anacronistiche: non erano più sufficienti le esercitazioni effettuate durante le mostre.

Negli ultimi due secoli le cernide persero la loro funzione militare ed assunsero un significato più folcloristico ed identitario, un po’ come gli schützen del Tirolo.

Le cernide a Barcon

L’importanza raggiunta dalla famiglia Pola presso la Repubblica di Venezia a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo, trova riscontro nella scelta di organizzare nelle campagne di Barcon l’addestramento annuale delle cernide arruolate ad est del fiume Mincio1“La guerra del Friuli” di Riccardo Caimmi 2019, LEG Edizioni (pag. 106). o secondo altre fonti arruolate a oriente di Vicenza.2“Memorie Storiche Forogiuliesi” volume 81, Udine 2001, Deputazione di Storia Patria per il Friuli (pag. 149).

Come prescriveva il regolamento del 1591, i luoghi di raduno dovevano essere distanti da città, fortezze, concentramenti di truppe, “in Campagna, & luochi spatiosi lontani più che si potrà dalle taverne“, non potevano tenersi nei mesi di dicembre e gennaio, a causa del troppo freddo, e nemmeno a giugno e a luglio “…per le faccende della campagna“.
Questa disposizione conferma che se all’epoca Barcon fu scelto per ospitare le annuali rassegne delle cernide, il suo territorio doveva apparire come una vasta distesa di prati con rarissime abitazioni sparse e probabilmente nessuna taverna che potesse distrarre i miliziani dalle loro mansioni.

Domini di terraferma veneziani dopo il 1718.
Rielaborazione di un documento tratto da Wikipedia

Dalle recenti indagini sui terreni delle nostra campagne sono emersi dei reperti che possono essere riconducibili alle milizie veneziane.
Nulla di certo ma alcune monete risalenti al XVII secolo e un cospicuo ed inusuale numero di chiodi antichi potrebbero rivelare l’area del nostro territorio dove si accamparono le cernide durante le loro annuali esercitazioni a Barcon.

Fonti:

Ars Historiae ottobre/dicembre 2006

La guerra del Friuli di Riccardo Caimmi 2019, LEG Edizioni

Memorie Storiche Forogiuliesi volume 81, Udine 2001, Deputazione di Storia Patria per il Friuli

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