Il territorio di Barcon ha caratteristiche del terreno proprie dell’alta pianura trevigiana: uno strato superficiale ferrettizzato, acido e povero di elementi nutritivi, mediamente profondo meno di 50 centimetri, ed un sottosuolo ghiaioso.1“Le campagne: Un’area rurale tra Sile e Montello nei secoli XV e XVI”
di Gianpier Nicoletti 1999, Edizioni Canova, Treviso (vol. 1, pag. 169).
Nei secoli passati questo tipo di terreno veniva coltivato con estrema difficoltà perché arido e poco fertile e fu causa dello spopolamento del paese avvenuto a cavallo del ‘400.2“Barcon di Vedelago. La storia che non ti aspetti” di Paolo Miotto 2023, GoPrint, Camisano Vicentino (VI)
Caratteristiche del terreno povero
I cronisti del passato che descrivono il territorio citano la presenza di praterie e la mancanza di alberi ad alto fusto: caratteristiche probabilmente dovute proprio alla tipologia di suolo che non permetteva altri tipi di colture.
Intorno al 1460, il 53% del territorio era destinato a prato e pascolo, colture tipiche ad aree con queste caratteristiche del terreno che non permetteva la coltivazione di cereali ma era più favorevole all’allevamento, soprattutto ovino.
Con l’arrivo dell’acqua del canale Brentella si poté risollevare le sorti dell’attività agricola e nel ‘500 nelle praterie di Barcon si coltivava la segale, cereale più rustico del frumento che meglio si adattava al terreno acido.3“Le campagne: Un’area rurale tra Sile e Montello nei secoli XV e XVI”
di Gianpier Nicoletti 1999, Edizioni Canova, Treviso (vol. 1, pag. 169).
Rimaneva però un terreno povero: l’estimo del 1712 assegnava ai terreni di Barcon un valore di 10 lire per gli arativi ed 8 lire per i prativi, quando le proprietà Pola a ridosso di Treviso, caratterizzate da terreni umidi, avevano valori che andavano dalle 20 alle 28 lire per campo.4“I Sergi-Castropola-Pola (secoli XII-XXI)” di Giacinto Cecchetto 2023, ZeL Edizioni, Treviso (pag. 165).
Uno dei motivi che a fine ‘700 spinsero la famiglia Pola ad istituire un mercato fu anche quello di poter provvedere alla concimazione dei magri terreni grazie al passaggio e alla permanenza delle greggi e degli altri quadrupedi posti in vendita.
Caratteristiche del terreno
[…] Le grandi correnti fluvio-glaciali che uscivano dalla stretta di Quero hanno dilagato come un grande ventaglio, che nella sua parte ghiaiosa si estende oggi a semicerchio tra Cornuda, Castelfranco, Treviso e Nervesa.
[…] Aria e pioggia hanno cominciato per tempo a intaccare la superficie della massa alluvionale ghiaiosa, trasformandola a poco a poco in quel prodotto terroso rossastro denominato “ferretto”. Lo spessore medio di questo è di 50 cm; solo in pochi casi la profondità è maggiore su vaste superfici come ad esempio nei dintorni di Paese e Istrana dove raggiunge oltre 1 metro.
La ferrettizzazione è dovuta alle acque meteoriche, leggermente acide, che svolgono azione solvente, idratante e idrolizzante. Calcari e dolomie, insolubili in acqua ma solubili in quella contenente anidride carbonica, si sciolgono e vengono asportati dal dilavamento.
L’idratazione demolisce poco alla volta la struttura dei minerali, non solo calcarei ma anche silicei. I silicati vengono scomposti in acido silicico e basi. Sodio, potassio, calcio e magnesio hanno basi fortemente dissociate, solubili e di lavabili, mentre ferro e alluminio danno composti poco solubili che tendono ad accumularsi nel suolo. Nei tempi lunghi, la massa superficiale si è disgregata e i composti solubili sono stati trasportati in profondità.
In superficie, i composti calcare e calcareo-domestici sono quasi del tutto scomparsi, lasciando elementi assai meno attaccabili come ciottoli silicei e arnioni selciosi. Questi sono immersi in una massa terrosa rossastra, il ferretto, ricca di idrati di ferro e alluminio. Al di sotto, talora con stacco netto talaltra con uno strato di transizione rossiccio o giallastro, rimane la massa alluvionale originaria, costituita soprattutto da materiali calcare e calcareo-domestici.
[…] Le piogge annue e del semestre vegetativo sarebbero comunque notevoli e tali da non giustificare il ricorso all’irrigazione, se non per l’alta frazione del deflusso superficiale, dovuto alla non trascurabile pendenza, e di quello profondo, determinato dalla natura del suolo. Il ferretto, infatti, si presenta come terreno sub-argilloso, capace di per sé di assorbire e trattenere una notevole quantità di acqua nonché di sostanze organiche sia derivanti dalla decomposizione di vegetali animali, sia immesse artificialmente (concime).
Tuttavia, a causa dello spessore limitato e della presenza al di sotto di esso di un complesso ghiaioso permeabili bellissimo, le acque piovane una volta infiltratesi in quest’ultimo non sono più in grado di risalire in superficie per capillarità; non si può quindi fare assegnamento su di esse nei periodi secchi estivi.
Lo strato ghiaioso sottostante è un elemento negativo per l’agricoltura: esso predispone il terreno alla siccità agendo da dreno, e altronde, essendo in gran parte di natura calcarea e calcarea-dolomitica, non ha alcuna attitudine a far terra se non in tempi lunghissimi. Le alluvioni originarie, inoltre, sono poverissime di elementi utili all’agricoltura come il potassio e il fosforo. La roccia matrice e quindi molto carente dal punto di vista agronomico; con l’alterazione a ferretto, la composizione varia e in genere tende a migliorare.
In conclusione, si nota l’influsso predominante di una corrente idrica discendente, le acque piovane debolmente acide comportano una continua azione di lavante, che interessa gli elementi più solubili e poi via via quelli più resistenti. Il suolo è così esposto in incessante depauperamento. I terreni sono secchi, patiscono molto l’arsura dei mesi estivi quando il caldo è forte, le piogge rare e le evaporazione intensa. Così può accadere che, mentre in primavera la vegetazione non accusa carenza di umidità, nell’estate essa facilmente dissechi e muoia.
Brentella: Problemi d’acque nell’alta pianura trevigiana dei secoli XV e XVI
di Raffaello Vergani 2001, Edizioni Canova, Treviso
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I Sergi-Castropola-Pola (secoli XII-XXI)
di Giacinto Cecchetto 2023, ZeL Edizioni, Treviso
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Barcon di Vedelago. La storia che non ti aspetti
di Paolo Miotto 2023, GoPrint, Camisano Vicentino (VI)
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Le campagne: Un’area rurale tra Sile e Montello nei secoli XV e XVI
di Gianpier Nicoletti 1999, Edizioni Canova, Treviso