Descrizione di una “passeggiata ciclistica” nella Val Pusteria
In un’epoca in cui per passare il Piave si usava una barca e Cortina d’Ampezzo si trovava in territorio austriaco, effettuare questo tipo di passeggiata ciclistica non doveva rappresentare un’impresa facile. In quegli anni l’Impero Austriaco concesse delle facilitazioni ai soci del T. C. C. I. che volessero oltrepassare il confine con il loro veicolo e l’ing. Luciano Casalini, Capo Console del Club di Vicenza, poté ideare questa manifestazione.
Partenza da Vicenza e poi Castelfranco, S. Florian, Fanzolo, Barcon, Trevignano, Falzè, Signoressa, Savilla, Nervesa, Susegana e Conegliano e su verso il confine di Pontebba.
Klagenfurt, Villach, Paternion, Spital, Greifenburg, Lienz, Innichen (San Candido), Toblach (Dobbiaco), Schluderbach (Carbonin) e finalmente a Cortina.
Sbrigate le pratiche doganali, i ciclisti rientrano in Italia a Tai di Cadore per poi proseguire verso Ponte nelle Alpi: qui si divisero perché qualcuno preferì rientrare a Vicenza per Belluno, Feltre, Primolano, ecc.
Gli altri, superato il Fadalto, pernottarono a Vittorio Veneto per poi rientrare utilizzando il percorso inverso dell’andata.
Testo estratto da:
“Touring Club Ciclistico Italiano – Rivista mensile”
Gennaio-Febbraio 1897, Tip. Bernardoni di C. Rebeschini e C., Milano