La Notte delle Palme rappresenta una delle tradizioni paesane che si stanno spegnendo con l’andare del tempo, per mancanza di tempo o per il cambio di cultura della società moderna che guarda più al singolo che allo stare insieme.
La notte tra il sabato e la domenica delle Palme era tradizionalmente tramandata come la notte degli scherzi, delle burle e dei dispetti per antonomasia.
A Barcon come in tutti i paesi trevigiani e non solo, era la notte programmata per creare dei disagi agli abitanti del paese.
Dalle testimonianze raccolte, i giovani di Barcon si dividevano il territorio a seconda della via di appartenenza (ma non mancavano delle fusioni) e giravano per le case prendendo in prestito materiale vario: carri e carriole, scale e cancelli ecc. Il tutto veniva collocato in luoghi visibili così da essere immediatamente notato alle prime luci dell’alba dai fedeli che andavano alla prima messa della domenica delle Palme e successivamente, col fare del giorno, da tutto il paese. Con l’ausilio di scale, funi e forza fisica i nostri baldi giovani vagabondavano tutta la notte per renderlo, di anno in anno, un appuntamento atteso con curiosità e timore sia da chi faceva che da chi subiva tali scherzi.
Negli anni ’50/’60 i posti più gettonati per l’esposizione dei materiali prelevati erano le siepi che costeggiavano le vie del paese ed il monumento ai caduti, a quel tempo situato nella vecchia piazza Pola, verso la fine del secolo scorso si optò per il piazzale della chiesa ed il campo sportivo.
Non di rado, la mattina della domenica delle Palme, si incontravano per strada i bersagli degli scherzi che andavano in cerca per tutto il paese del materiale “prelevato” dai cortili e dai casoni durante la notte.
Le “vendette” della notte delle Palme
Da ricordare che questa era la notte destinata dai giovani a purgare qualche torto subito da persone più adulte che, dal canto loro, aspettavano tale notte con preoccupazione e timore per ciò che avrebbe potuto succedere. A tal proposito si narra di notti passate in bianco o dormendo “con un occhio aperto” per far la guardia ai propri beni nel tentativo di scongiurare tali misfatti.
Con l’andare del tempo questa forma di folklore locale è andata scemando e non ci risultano azioni clamorose da attribuire alle Palme.
Non diciamo che le cose fatte in quegli anni siano state solo divertenti ed innocue (a qualcuno potrebbero non essere piaciute), però parlando con gli artefici si capisce che si ricordano con simpatia e con nostalgia per i bei tempi andati.
Questo testo è stato scritto per coloro che a Barcon non sanno cosa fosse la Notte delle Palme, per quelli hanno partecipato attivamente ai fatti narrati ed infine per chi non ha saputo trovare divertimento in questo modo goliardico di festeggiare la fine della Quaresima e l’arrivo della Settimana Santa e della Pasqua.