Andrea Giacinto Longhin

Andrea Giacinto Bonaventura Longhin
(Fiumicello (Campodarsego), 22 novembre 1863 – Treviso, 26 giugno 1936).

Il beato Andrea Giacinto Longhin.

Andrea Giacinto Longhin, nasce a Fiumicello di Campodarsego il 23 novembre 1863 da Matteo e Giuditta Marin, contadini in affitto. Fu battezzato con i nomi di Giacinto Bonaventura. Nel 1879 inizia il noviziato nell’Ordine dei Cappuccini con il nome di “frate Andrea da Camposampiero”. Il 19 giugno 1886, a soli 23 anni, fu ordinato sacerdote. Per anni svolse l’attività di insegnante e “direttore spirituale” dei giovani religiosi. Nel 1902 fu eletto “ministro” (responsabile) della provincia veneta dell’Ordine con sede a Venezia dove conosce Il cardinale Giuseppe Sarto.

Il 13 aprile 1904 Pio X lo nominò vescovo della Diocesi di Treviso ed entrò cattedrale il 6 agosto dello stesso anno. Visse gli anni dello scontro sociale e politico tra laici e cattolici, tra la crisi dell’Opera dei congressi e l’avvio dei Segretariati Diocesani del Lavoro, tra l’impegno dei laici e dei sacerdoti e le accuse di “modernismo” dell’enciclica di Pio X, Pascendi Dominici Gregis.

Durante la Prima guerra mondiale rimase, e invitò tutti i suoi sacerdoti a fare altrettanto, nelle proprie sedi pur essendo Treviso e la sua diocesi sulla linea del fronte. Fu riferimento religioso, morale e civile per le comunità religiose travolte dal conflitto; provvide all’assistenza dei soldati, dei malati e dei poveri. Non cedette mai alla retorica bellica o ad atteggiamenti di parte, ma fu accusato di disfattismo e alcuni dei suoi sacerdoti furono processati e condannati.

Negli anni dell’avvento del fascismo indicò ai fedeli trevigiani la strada della non violenza e dell’unione come argine delle organizzazioni diocesane contro la violenza fascista.

Venne incaricato da papa Pio XI di svolgere l’opera di “Visitatore Apostolico” prima a Padova e poi a Udine allo scopo di riportare la pace nelle due diocesi tra il clero e i rispettivi vescovi.

Il 3 ottobre 1935 a Salzano, al termine della visita pastorale, perse improvvisamente la vista. Riportato d’urgenza all’ospedale di Treviso gli riscontrarono una deficienza di circolazione cerebrale a causa di una paralisi. Si spense lentamente il 26 giugno 1936.

La fama di “santo” era nota presso i fedeli già quando era in vita, sia per la sua opera di carità che per la “saggezza evangelica”. Nel 1964 fu avviata la causa canonica di beatificazione e papa Giovanni Paolo II lo dichiarò beato il 20 ottobre 2002, in quanto la Chiesa cattolica ritenne che la guarigione di un giovane, Dino Stella, fosse stata ottenuta grazie ad un miracolo, per sua intercessione.

Riferimento: Cronistoria

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