CENNO ILLUSTRATIVO SUL BATTAGLIONE “SANDRO POMINI”
Il Battaglione “Sandro Pomini” è una unità partigiana riconosciuta dal C.V.L. (Corpo Volontari della Libertà – organizzazione militare partigiana della resistenza italiana, ndr), dipendente dalla Brigata “Cesare Battisti” ed ha operato durante il periodo clandestino e nella fase insurrezionale nel territorio del Comune di Vedelago.
Numerose le azioni di deragliamento treni, distruzione impianti ferroviari, interruzione di linee di comunicazione telefonica fra comandi tedeschi,posa di mine stradali e altri ostacoli al traffico militare tedesco, assistenza alle famiglie colpite dalla rappresaglia nazifascista, protezione di prigionieri alleati.
Nella fase insurrezionale i partigiani del Battaglione hanno partecipato alla liberazione di Castelfranco Veneto, alla difesa della popolazione civile, alla cattura di prigionieri e armi, al recupero di materiali e alla consegna dei medesimi al C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale – organizzazione nazionale della resistenza italiana, ndr) o agli uffici provinciali competenti.
Dei partigiani del Battaglione, otto sono i Caduti in combattimento, tre i feriti gravi ed altri lievemente, un detenuto politico. Due case di partigiani sono state incendiate per rappresaglia nazifascista.
Lo studente universitario Sandro Pomini è caduto il 29 aprile 1945, in azione di fuoco, a San Marco di Resana, mentre portava il suo plotone a Castelfranco, per la liberazione di quella città, in seguito a ordine del Comando di Brigata. Costretto a impegnare combattimento contro forze tedesche preponderanti per uomini e mezzi, veniva colpito a morte primo fra i suoi uomini, di cui era alla testa, fulgido esempio di sacrificio al dovere e di patriottico amore. A Sandro Pomini è stata conferita la medaglia d’argento alla memoria.
li 12/4/1949 Il Sindaco: Gritti
Sandro Ermanno Pomini
ULTIMI ATTI DEL BATTAGLIONE “POMINI”
Il 29 aprile Il Btg. “Pomini” della “Cesare Battisti” occupa il Municipio di Vedelago e libera il paese. Il plotone di Fanzolo blocca un treno viveri. La squadra in servizio di vigilanza viene attaccata da Tedeschi in transito. Resta ucciso il patriota Adolfo de Liberali, mentre Eugenio Ceron, fatto prigioniero, viene ucciso con un colpo alla nuca.
Un altro plotone del “Pomini” blocca un Comando di Divisione armato che tenta il passaggio nella zona di Torreselle.
La colonna si arrende; la strada però è molto stretta e il terreno adiacente è paludoso. Gli automezzi vengono inoltrati nei viottoli laterali. Carlo Magoga, di ritorno da Torreselle, si ferma per rendersi edotto della situazione; parla il tedesco e interroga con tono duro alcuni soldati. Viene così a conoscenza che un automezzo trasporta un carico prezioso. Parla con il Comandante e viene a sapere che trattasi di una cassaforte. Manda, per staffetta, a Fiore (Ten. Gritti) un biglietto. Ordina al Comandante di riporre la cassa in luogo nascosto o comunque di consegnarla al Parroco di Albaredo. Ad Albaredo il Comandante Gritti viene in possesso della cassaforte che verrà aperta nei giorni
successivi alla presenza di un notaio e di membri del C.L.N.M. di Castelfranco: in cassa vengono reperite lire 13.947.740, che in parte saranno distribuite a vari Enti assistenziali e in parte costituiranno il primo fondo dell’ erigendo nuovo Ospedale Civile.
(da: “Masaccio e la Resistenza tra il Brenta e il Piave“, di G. Cartello, N. Pozza Edit., VI, 1965, Pago 202)
Fonte:
GUERRA E RESISTENZA A VEDELAGO 1943 1945, Comune di Vedelago