Papa Paolo II
Paolo II, nato Pietro Barbo (Venezia, 23 febbraio 1417 – Roma, 26 luglio 1471)

Busto di Papa Paolo II Barbo
Mino da Fiesole, 1464 70 ca. Roma, Palazzo Venezia
Favorito nela carriera ecclesiastica dallo zio Eugenio IV, fu da lui nominato arcidiacono di Bologna, protonotario apostolico e cardinale (1440). Appena eletto al soglio pontificio (30 agosto 1464), prima s’impegnò a garantire il potere della collegialità dei cardinali e poi riaffermò la pienezza del primato del vescovo di Roma, concedendo in cambio ai suoi elettori delusi onori e privilegi.
Proseguendo la politica estera dei suoi predecessori, riprese la guerra contro i turchi, che avanzavano nei Balcani guidati da Maometto II (1430-1481), e fu prodigo di aiuti ai membri della famiglia Paleologo, a Mattia Corvino, Scanderbeg e Caterina di Bosnia.
Rigido nei princìpi, scomunicò nel 1466 il re di Boemia Giorgio di Podèbrady, sostenitore degli Ussiti. Represse il movimento dei “fraticelli” e ripristinò nelle basilica lateranense i canonici regolari di Sant’Agostino.
Nella lotta per il potere tra aragonesi e angioini si schierò con i primi, aiutandoli anche militarmente. Ma Ferdinando d’Aragona gli chiese la diminuzione dei tributi da pagare alla Santa Sede e la restituzione di alcune città già appartenenti al regno di Napoli.
Paolo II si rifiutò e Ferdinando gli si rivoltò contro, costringendolo ad allearsi nel 1470 con la Repubblica di Venezia, e a rafforzarsi, impadronendosi di molte terre appartenenti agli Orsini e ai Colonna nel Lazio, ai Baglioni in Umbria, agli Sforza, ai Malatesta e ai Manfredi in Romagna.
Promosse le bonifiche nelle zone paludose e malariche del Lazio. Stabilì che i giubilei venissero celebrati ogni 25 anni. Favorì iniziative per abbellire Roma facendo erigere palazzo Venezia, dove raccolse preziose collezioni di antichità.
Protesse letterati e artisti e introdusse la stampa a Roma. Ma entrò in contrasto con il Platina e Pomponio Leto, fino a sopprimere l’Accademia Romana che faceva capo al secondo, accusata di cospirare contro l’autorità papale e la religione della Chiesa. Morì improvvisamente il 26 luglio del 1471, mentre lo scultore Mino da Fiesole stava lavorando al suo monumento sepolcrale, del quale restano oggi solo alcuni frammenti.
Riferimento: Cronistoria