Sofia Antonietta Pola Albrizzi fu l’unica figlia del conte Paolo Luigi Pola e dal padre ereditò la passione per la letteratura.
Le poesie di Sofia Antonietta Pola Albrizzi
La raccolta sottostante fu pubblicata nel 1861 dai figli dell’autrice che, come si legge nella dedica, finché fu in vita, Sofia Antonietta Pola Albrizzi non volle mai pubblicare i suoi versi.
Sofia Antonietta Pola Albrizzi, tra i letterati veneti
Le poesie della contessa Antonietta sono eleganti , sentitissime, specialmente quelle in morte della madre e del marito , conte Carlo Albrizzi . La lirica ad Arnaldo Fusinato in risposta ad un’ altra bella lirica , sgorgata dal core di lui , vedovo d’una contessa Colonna, piacque e fu notata in tempi in cui niente, che non fosse politica fermava l’attenzione.
Un volume di versi venne stampato dopo la morte della contessa Antonietta, e racchiude molti e buoni componimenti. Talvolta ci si vede una lira un po ‘ disusata , ma ciò le dà un che d’ingenuo, che le accresce piuttosto che scemarle pregio ; così una certa schiettezza nel riferire le sue impressioni , qualche punto in cui si lagna e discretamente si confessa alla musa , danno l’idea d’ un’ anima accessibile ad ogni bel sentimento, aliena da ipocrisia e ostentazione.
Tratto da Fronde e fiori del Veneto Letterario di Luigia Codemo Gerstenbrand, 1872
Sofia Antonietta Pola Albrizzi, scrittrice del XIX secolo
Ad Andrianna Renier Zannini dedicava un bel volume di poesie nel 1851 la Sofia Antonietta Pola Albrizzi, sua intimissima amica; nata nel 1804 e morta nel 1861. Figlia al conte Paolo Pola di Treviso, ereditò dagli esempii paterni, l’amore alle belle lettere, che in lei non vennero meno benchè madre di numerosissima prole. Non di profonda cultura , ma di elevato sentimento e di facile vena, dettò pregiati versi in morte della madre, del marito, di Giustina Renier Michiel, quindi ne dedicò alla Porcia, al Manolesso, ad Arnaldo Fusinato, e compose bellissime odi sulla Croce, e sull’Ave Maria. […]
Tratto da Scrittrici veneziane del secolo XIX di Filippo Nani Mocenigo, 1887