Barcon di Vedelago. La storia che non ti aspetti
Ricorrendo i cent'anni dall'erezione della Parrocchia
Copertina flessibile – pagine 384 – agosto 2023
di Paolo Miotto 2023, GoPrint, Camisano Vicentino (VI)
A cura della Parrocchia di Barcon e patrocinato dal Comune di Vedelago.
DOVE ACQUISTARE IL LIBRO
€ 22,00
in sacrestia della Chiesa Parrocchiale dopo le celebrazioni,
nelle sacrestie della chiesa di Fanzolo e del Santuario del Caravaggio,
presso il Minimarket Soligo di Piazza Cavour.
Per ulteriori informazioni o richieste, scrivici all’indirizzo email info@barcon.it o tramite la pagina Contatti di questo sito.
La stima e la lunga amicizia che mi lega a Paolo Miotto mi portò, circa un paio d’anni fa, a chiedere di fare una ricerca e approfondire le vicende storiche e religiose del Santuario della Madonna di Caravaggio sito nella parrocchia di Fanzolo, ai confini tra i comuni di Vedelago, Altivole e Montebelluna.
Il lungo e paziente lavoro si concretizzò con la pubblicazione di un interessantissimo e molto apprezzato libro dal titolo Il Santuario del Caravaggio in Fanzolo, storia e devozione mariana.
Tale ricerca ha gettato luce non solo sulle vicende inerenti al Santuario lungo due secoli di storia, ma ha aperto numerose finestre su quelle che erano le vicende storiche e sociali delle comunità limitrofe al santuario, raccontando storie sconosciute o solamente riportate oralmente, spesso narrate in maniera approssimativa e incompleta.
Il lungo lavoro di ricerca di archivio per stendere la storia del santuario ha portato a conoscere molte vicende anche del territorio e della chiesa di Barcon che ovviamente non potevano trovar posto nella pubblicazione sul Santuario.
Da qui il desiderio di approfondire ulteriormente la storia di questo territorio di Barcon e di questa comunità, immaginando che la ricerca non avrebbe potuto avvalersi di molti contributi e documenti storici data la semplicità e il carattere rurale di questo territorio.
E invece, a mano a mano che la ricerca proseguiva, l’autore stesso mi condivideva con stupore la ricchezza di documenti e di riferimenti storici legati al piccolo territorio di Barcon, ricco di vicende e situazioni che hanno dato visibilità alla località e manifestato la sua importanza nel territorio provinciale, basti pensare all’affermarsi della famiglia Pola, l’importante mercato locale in concorrenza con quello di Montebelluna, le vicende della Villa e Barchessa Pola durante le guerre d’Indipendenza, nonché la lunga diatriba con Fanzolo per ottenere il titolo di parrocchia, percorso che si concluse il 7 settembre 1923, quando Barcon fu riconosciuta parrocchia e don Massimino nominato ufficialmente primo parroco.
In questa narrazione trova posto anche il racconto della vita ordinaria della gente e dei sacerdoti che si sono susseguiti lungo i secoli celebrando le funzioni nella modesta chiesa, più volte rimaneggiata.
Si leggeranno racconti di fede e di carità ma anche vicende poco edificanti che vanno accolte con comprensione.
La voluminosa pubblicazione ricca di testimonianze fotografiche, molte delle quali provenienti dall’archivio parrocchiale e dagli archivi privati raccolti dalla redazione di Barcon.it, è un sogno che si realizza e si inserisce all’interno delle celebrazioni del centenario della parrocchia.
Ma per chi l’abbiamo fatto?
- L’abbiamo fatto per noi, per la gente di Barcon, per le nostre famiglie; perché la storia di Barcon è in fondo la storia delle famiglie che qui vi abitano da generazioni.
- L’abbiamo fatto per coloro che sono nati qui ma che hanno lasciato Barcon e sono emigrati per cercare e trovare fortuna in terre lontane ma ricordano Barcon con nostalgia e commozione.
- L’abbiamo fatto per i nostri avi e per tutti i barconesi che hanno vissuto vicende liete e tristi che non potevano cadere nell’oblio ma meritavano di essere restituite alla memoria collettiva.
- Infine l’abbiamo fatto per chi verrà dopo di noi, per affermare che le radici del territorio in cui abitano sono profonde, solide e segnate da esperienze di uomini e donne di fede che hanno lavorato, patito, pregato compiuto sacrifici, lottato, raccolto frutti, animati e sostenuti da profonda fiducia nella provvidenza di Dio.
Ringrazio di cuore il professor Miotto per il grande e appassionato lavoro svolto e coloro che hanno condiviso con me e sostenuto questo progetto.
Barcon, 1 febbraio 2023
Don Ivan Feltracco, Parroco
L’avvicinarsi della ricorrenza dei cento anni dall’erezione della parrocchia di Barcon (2 settembre 1923-2 settembre 2023) non è passata inosservata. Grazie all’intuizione del parroco don Ivan e di alcuni collaboratori parrocchiali è nato questo lavoro storico, che si prefigge di ricostruire e restituire ai lettori le vicende del paese con alcuni spunti di riflessione.
Barcon è stato per secoli un villaggio singolare per vari motivi. Chiesa sacramentale nel medioevo, semplice rettoria dipendente da Fanzolo nel ‘400, priorato dal ‘500 al 1904, curazia da quell’anno, parrocchia dal 1923.
Feudo e giuspatronato degli Emo dal 1465 al 1502, quindi dei Pola fino al 1861 e dal 1920 di collazione vescovile.
È trascorso un millennio di storia che ha avuto come filo conduttore la caparbietà, talvolta esasperata, dei suoi abitanti. Non si sono mai rassegnati e hanno sempre lottato per raggiungere i loro obiettivi prioritari: avere un sacerdote degno e rivendicare l’autonomia sacramentale da Fanzolo.
Un percorso singolare, difficile, spesso ostacolato e controverso, che tuttavia è stato in grado di maturare progressivamente una consapevolezza paesana, un’unità d’intenti che si è focalizzata attorno alla piccola chiesa campestre dedicata all’apparizione dell’arcangelo Michele.
Il sottotitolo “La storia che non ti aspetti” è quindi sorto spontaneo alla fine di questo percorso, costatando l’originalità e la singolarità del piccolo mondo antico di Barcon. Un ambiente umano che si è plasmato con la presenza di persone e famiglie provenienti dalle località più disparate, introdotte in paese soprattutto dalle famiglie Emo e Pola, che nel villaggio hanno mantenuto per secoli i loro interessi economici.
La storia di Barcon raccontata nel volume si snoda in ordine cronologico attraverso tre filoni principali. Il primo si riferisce alla trasformazione del territorio, basti pensare all’importanza della derivazione della Brentella dal Piave; il secondo alla presenza degli Emo, dei Pola e del contesto economico, sociale e religioso che gravitava attorno a queste due famiglie; il terzo, ma non meno rilevante, si sofferma sulle secolari vicende della chiesa di S. Michele e sul percorso tracciato dai barconesi per raggiungere l’autonomia spirituale dalla parrocchia di Fanzolo.
Il volume è frutto di una ricerca archivistica a tutto campo e si è avvalsa anche dei contributi di altri studiosi, che ringrazio fin d’ora. I risultati dello studio sono suddivisi in due parti principali, seguite da un’appendice documentaria.
Nella prima si narra la storia millenaria di Barcon, partendo dal medioevo fino alla consacrazione della parrocchiale avvenuta il 7 settembre 1935. In questa si affrontano una serie di vicende e di nodi cruciali che riguardano il tempo delle origini e il toponimo, il periodo medievale, la presenza degli Emo e soprattutto le vicende dalla famiglia Pola, il tormentato secolo dei priori inadempienti, il ‘600 e il ‘700, il periodo d’oro e il declino dei Pola, il lungo e travagliato percorso del priorato, della curazia e della parrocchia tra ‘800 e ‘900.
Nella seconda parte si affrontano alcuni argomenti particolari che si riferiscono alle architetture parrocchiali, alle vicende dei rettori, priori, curati e parroci, all’amministrazione del priorato e della parrocchia.
Chiude il volume una contenuta appendice documentaria che restituisce alcune voci del passato.
Questa ricerca non ha pretese di esaustività, nella consapevolezza che ogni ricercatore è sempre in cammino, ricompone un mosaico al quale altri aggiungeranno nuovi tasselli. È però un punto d’arrivo che ha richiesto tempo, analisi, confronto e indagine accurata, perché si è mosso su un terreno storico sostanzialmente inesplorato, come del resto lo è tutta l’area fanzolese.
Sono grato a don Ivan e a quanti hanno desiderato questo volume, nella speranza di aver soddisfatto le loro attese e di aver contribuito alla conoscenza del territorio. Da parte mia è stato un nuovo viaggio e un’occasione che mi ha permesso di avvicinarmi a nuove fonti d’archivio e di conoscere persone, senza le quali non sarebbe stato possibile conseguire
questo risultato.
L’Autore