Nel medioevo gli abitanti di Barcon dipendevano per i sacramenti dalla pieve di Salvarosa ma potevano seppellire i loro defunti in un cimitero ricavato nel perimetro antistante la loro chiesa campestre.
Di queste antiche sepolture, divelte dai restauri e dai prolungamenti della chiesa avvenuti nel corso dei secoli, sono emerse alcune tracce in occasione del rifacimento della pavimentazione nei primi anni 1990.
Da quando nel XV secolo il giuspatronato sulla chiesa di Barcon fu attribuito alla famiglia Emo, i defunti furono tumulati nel cimitero di Fanzolo dal cui parroco dipendevano tutte le celebrazioni.
Rimane misteriosa la presenza al centro del presbiterio di una sepoltura non documentata dai registri dei defunti di Barcon e Fanzolo che non ricordano alcun seppellimento nella chiesa di S. Michele. L’ipotesi è che si tratti dei resti mortali del conte Antonio V, defunto nel 1822, che era stato sepolto nell’oratorio privato di Sant’Antonio presso la sua villa.
Probabilmente quando nel 1861 fu demolita Villa Pola e quindi anche l’oratorio, i suoi resti mortali potrebbero essere stati trasferiti di fronte all’altare maggiore della chiesa, che allora si trovava in posizione più avanzata di oggi.
La costruzione del cimitero comunale
L’obbligo di seppellire i defunti a Fanzolo durò per 4 secoli, fino ad inizio 1900.
Il 10 ottobre 1904 il priore chiedeva al vescovo di Treviso l’autorizzazione a vendere al comune di Vedelago un appezzamento del beneficio curaziale allo scopo di farvi erigere il nuovo cimitero. Il 14 ottobre fu autorizzata la compravendita, purché le spese di costruzione del camposanto fossero a carico del municipio.
Il 20 settembre 1907, a seguito della promozione curaziale della chiesa, il curato don Angelo Toffolo chiedeva l’autorizzazione alla benedizione del nuovo cimitero di Barcon da effettuarsi due o tre giorni dopo per mano di don Lorenzo Calzavara. Lo stesso giorno il vescovo acconsentiva verbalmente alla richiesta e la curia inviava il relativo decreto.
Il 23 agosto 1907 si seppelliva l’ultimo defunto barconese a Fanzolo ed il 13 settembre si tumulava la prima deceduta nel nuovo cimitero di Barcon.
Il dramma della prima guerra mondiale
La grande guerra ebbe il suo epilogo non lontano dal nostro territorio e negli ultimi mesi del conflitto vari raggruppamenti dell’esercito italiano fecero tappa nelle campagne del nostro paese.
Il 7 maggio 1918 presso il cimitero di Barcon furono fucilati quattro soldati dell’esercito italiano, le cui famiglie si trovavano oltre la linea del fronte, al di là del Piave. Pare che un ufficiale li avesse sentiti dire: “Noi non vogliamo andar contro le nostre famiglie!”.
Non si può descrivere la disperazione dei quattro poveri soldati, uno dei quali sposato con figli, e l’impressione provocata nei presenti e nella gente di Barcon.
Fonti:
Barcon di Vedelago. La storia che non ti aspetti
di Paolo Miotto 2023, GoPrint, Camisano Vicentino (VI)
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