La cooperativa agricola

La cooperativa agricola di Barcon permise ai neo proprietari terrieri del secondo dopoguerra di unire le forze, soprattutto economiche, per poter usufruire delle tecnologie che permettevano loro di risparmiare tempo e fatica nelle attività agricole e che consentivano di aumentare la resa delle colture.

Per molti secoli la quasi totalità del territorio paesano fu posseduta dalla famiglia Pola ma durante la vendita effettuata dagli ultimi eredi a metà ottocento, la loro vasta proprietà fu divisa fra più acquirenti: cambiarono i nomi dei proprietari degli ampi appezzamenti ma la condizione dei lavoratori delle campagne rimase pressoché immutata.

La situazione fu destinata ad evolvere dopo la seconda guerra mondiale con l’avvento della riforma agraria che consentì anche ai contadini barconesi di diventare proprietari della terra che lavoravano.

La riforma agraria

Nel 1950 il parlamento della neo Repubblica Italiana varò un provvedimento, finanziato in parte dai fondi del Piano Marshall, ritenuto la più importante riforma dell’intero secondo dopoguerra. La riforma proponeva, anche tramite l’esproprio coatto, la distribuzione delle terre ai braccianti agricoli, rendendoli così piccoli imprenditori e non più sottomessi al grande latifondista. 

La riforma ebbe il pregio di raggiungere questo benefico risultato ma ridusse in maniera notevole la dimensione delle aziende agricole, togliendo di fatto ogni possibilità di trasformarle in veicoli imprenditoriali avanzati. Questo elemento negativo venne però attenuato e in alcuni casi eliminato da forme di cooperazione. 

Sorsero infatti le cooperative agricole che, programmando le produzioni e centralizzando la vendita dei prodotti, diedero all’agricoltura quel carattere imprenditoriale che era venuto meno con la divisione delle terre.

Si raggiunse una migliore resa delle colture che da estensive diventarono intensive e sfruttando in modo migliore le superfici coltivate. Il lavoro agricolo, fino ad allora molto pesante e poco remunerativo, cominciò a dare i suoi frutti e l’agricoltura, con la messa a punto di moderne tecniche di coltivazione, vide moltiplicarsi il reddito prodotto per ettaro coltivato e quindi la redditività del lavoro. 

La cooperativa agricola di Barcon

Anche i barconesi decisero di sfruttare l’occasione e molti mezzadri decisero si acquistare la loro parte di campagna.

Fortemente voluta da don Giovanni Poletto, all’epoca cappellano a Barcon, nel 1952 nacque la cooperativa agricola, alla cui presidenza fu designato Amerigo Parisotto, mentre tra i consiglieri figurarono Giuseppe Trinca, Agostino “Bruno” Quaggiotto, Francesco “Mario” Romano e Giovanni Soligo.

All’inizio per i lavori di aratura i soci potevano usufruire della forza lavoro di un trattore Landini 45 Testa Calda, guidato inizialmente da Gustavo Gazzola e Quinto Zanella e successivamente da Giuseppe Cavarzan e Antonio Innocente, ed i raccolti mietuti ancora manualmente, potevano essere trebbiati con la macchina messa a disposizione da Corrado Mazzocato.

2013 – Un trattore Landini, simile a quello utilizzato dalla cooperativa agricola di Barcon, impiegato nell’attività di aratura durante la Fiera di San Michele.

Negli anni la coperativa agricola si dotò di altri trattori, un Fendt ed un piccolo Fiat.
In inverno al trattore della cooperativa agricola veniva agganciato un dispositivo di legno con cui si passavano le strade di Barcon per liberarle dalla neve.

Nella memoria dei barconesi c’è ancora il ricordo dell’eccezionale controllo che don Poletto eseguiva sulle attività della cooperativa. Era capace di salire sul nuovo campanile e dall’altezza della torre verificare con i binocoli il lavoro che il trattore stava eseguendo, per poi contestare eventuali colpe all’autista.

La fine della cooperativa agricola

La cooperativa agricola di Barcon prosperò fino a metà degli anni ’60 quando probabilmente ogni piccolo proprietario si era già dotato dei propri mezzi e non aveva più bisogno dei veicoli della cooperativa agricola.

Nel 1982 durante i lavori di ristrutturazione che interessarono la canonica fu demolita la vecchia baracca un tempo adibita al ricovero del trattore della cooperativa agricola per far posto ad una nuovo edificio ad uso della comunità.

Fu così cancellato l’ultimo ricordo della cooperativa agricola di Barcon.

Fonti:

Wikipedia

Altre testimonianze le abbiamo recuperate tra le anziane e gli anziani di Barcon.

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