Trovandosi all’interno dell’Agro Centuriato di Asolo, tra l’altro con una peculiare ridisegno del reticolo, è verosimile che la storia di Barcon poggi le fondamenta in epoca romana ed i primi proprietari terrieri potrebbero risalire a quel periodo.
Nel primo documento dove troviamo citato Barcon, in particolare la sua piccola chiesa campestre, risale alla fine del XII secolo ed è il testamento di Gherardo da Camposampiero. Dal testo si può dedurre che all’epoca l’edificio sacro fosse un possesso della famiglia da Camposampiero e possiamo dedurre che fosse anche tra i proprietari terrieri della zona, se gli non unici proprietari.
Nei secoli successivi, la conquista della terraferma da parte della Serenissima portò alla riorganizzazione del trevigiano e nuovi proprietari terrieri si susseguirono nelle nostre campagne. Dal XIV secolo la famiglia Emo operò una campagna di acquisizioni nella zona, fino ad ampliare ulteriormente le proprie tenute nel corso del XV secolo, quando lo scavo del canale Brentella diede nuova fertilità ai magri terreni.
Ma è verso la metà del XV secolo che la storia dei proprietari terrieri di Barcon diventa una prerogativa di un unico soggetto, la famiglia Pola. Attuando una sistematica azione di compravendita di terreni, i vari membri della nobile famiglia di origine istriana riuscirono a possedere la quasi totalità del territorio di Barcon, fino renderlo il centro da dove amministrare i loro vasti possedimenti che andavano dalle prealpi trevigiane all’alta padovana.
Proprietari terrieri nell’anno 1712
La famiglia Pola a Barcon possedeva la quasi totalità dei terreni, pari al 92,3% della superficie: si tratta di una situazione preesistente e destinata a durare fino alla metà del XIX secolo.
La prebenda poteva contare sul 7,2% del territorio, mentre il Monastero delli Reverendi Padri della Certosa da Padoa e l’Hospedal di Santa Maria dei Batudi di Treviso, possedevano assieme appena lo 0,4%.
Se poi si va a sommare il patrimonio della prebenda a quello dei Pola, perché da questi era stato fondato, allora si comprende ancora meglio il valore percentuale quasi assoluto (99,5%) dei reali proprietari terrieri di Barcon.
Prebenda
Il termine indica i beni immobili che costituiscono il patrimonio dei benefici ecclesiastici minori, destinato a fornire un reddito a un ecclesiastico (e nel passato anche ad un laico) che ne fosse beneficiario.
Proprietari terrieri nell’anno 1809
Proprietari | Campi trevigiani |
Pola Antonio VI fu Paolo | 943,5 |
Priorato di S. Michele | 63,3 |
Emo Giovanni fu Giorgio | 6,4 |
Maruzzi Costantino fu Paolo | 2,1 |
Ospedale di Santa Maria dei Battuti | 1,8 |
Mora Bartolomeo fu Bartolomeo | 0,75 |
Rovero Cristoforo fu Liberale | 0,21 |
Proprietari terrieri nell’anno 1849
Proprietari | Campi trevigiani |
Antonia Sofia Pola moglie di Carlo Albrizzi | 493 |
Eredità Pola fu Antonio fu Paolo amministrata da Antonio Pastega | 442,6 |
Priorato S. Michele | 64,3 |
Emo eredi fu Giordano | 6,4 |
Maruzzi Costantino fu Paolo | 2,1 |
Ospedale civile di Treviso | 1.8 |
Qualche anno dopo l’eredità dei Pola amministrata da Antonio Pastega fu assegnata in parte ad Erminio Teodoro, erede di Giovanni Battista VII, e la percentuale della superficie fu suddivisa tra diversi proprietari terrieri:
Proprietari | Campi trevigiani |
Erminio Teodoro Pola | 237,9 |
Giovanni Scotti | 115,5 |
Costante Plotti fu Francesco | 51,3 |
Sebastiano Sernagiotto fu Nicolò | 23,6 |
Vincenzo Rossi fu Pietro | 13,4 |
Carlo Albrizzi tramite la moglie Antonia Sofia Pola | 0,7 |
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