Vecchio mercato

Leggi anche Il Mercato di Barcon, egloga rusticale del 1802 scritta da Lorenzo Crico, e Montebelluna contro il Nobil Signor Co: Antonio Pola, sulla competizione con l’antico mercato di Montebelluna.

Questo piccolo villaggio, scelto dai conti Pola come luogo di residenza e come centro coordinatore del  loro latifondo, conobbe, tra il 1788 e i primi anni dell’Ottocento, l’animazione particolare ed intensa nonché i vantaggi economici d’un mercato che durò comunque solo per un ventennio.

L’iniziativa era stata presa dai Pola i quali, allo scopo di migliorare le loro finanze, chiesero alla Repubblica Veneta, il 15 febbraio 1788, di poter ufficialmente istituire un mercato da tenersi il 2 e il 15 di ogni mese con una motivazione singolare: “… utili oggetti di migliorare la coltura di vari terreni, di fecondar estese pradarie, e quindi di promuovere la tanto desiderata dilatazione della specie bovina e pecorina” ovvero la raccolta dello sterco prodotto dagli animali avrebbe permesso un’abbondante concimazione di prati e campi.

Il conte Antonio, forte anche delle sue amicizie e dei meriti di governo della sua gloriosa famiglia, riuscì ad ottenere, l’11 marzo 1797, l’autorizzazione ad attribuire frequenza settimanale al mercato di Barcon.

A questa notizia insorse immediatamente il comune di Montebelluna che, a motivo della vicina concorrenza, vedeva notevolmente compromesso il proprio antico mercato, florido ed attivissimo grazie anche ad una serie di antichi privilegi fiscali, sulle merci in entrata e in uscita, che ne avevano permesso la sopravvivenza ed una forte espansione nel corso dei secoli precedenti.

A far rapidamente decadere il mercato di Barcon, cosiccome in breve tempo s’era sviluppato, contribuì in modo determiannte l’improvviso declino politico ed economico dei Pola, i quali non riuscirono ad impedire che, con decreto del regno Italico dell’8 maggio 1811, l’importante manifestazione economica venisse sostituita da una fiera da organizzarsi due volte all’anno, in aprile e in settembre.

Si chiudeva così dopo 23 anni la stagione del mercato di Barcon, celebrato in versi dal parroco-letterato di Fossalunga, Lorenzo Crico, che ne aveva in tal modo posto in rilievo l’importante ruolo svolto nell’ambiente rurale locale.

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